Caterina Activa
Se tutta quanta la città di Arona è un palcoscenico, allora il festival Arona Città Teatro sull’acqua riesce davvero a farti sentire sulla scena, anche se in realtà non sei un attore né un musicista e neppure uno scrittore.
È un progetto in grado di coinvolgere, di dare uno spazio e un ruolo a ogni persona che si dimostri entusiasta di partecipare; non è importante da dove si viene, l’età, la formazione lavorativa o scolastica. Il teatro è aperto a tutti.
Ho aderito a questo festival grazie alla scuola e si è rivelata per me un’esperienza molto formativa, oltre che decisiva per la mia crescita personale. Ritengo che il grande merito di Arona Città Teatro, per quanto riguarda innanzitutto il rapporto con noi studenti, risieda nel fatto di dotare i giovani degli strumenti adeguati ad affrontare le responsabilità a cui sono chiamati durante le settimane del Festival. Si tratta di un aspetto fondamentale e quanto mai significativo, perché è il riconoscimento della nostra “adultità” (come direbbe Chiara Francini, una delle autrici che ho avuto l’occasione di conoscere): non siamo dei ragazzini, ma persone che devono saper gestire una realtà lavorativa. E solo ponendoci di fronte alle diverse situazioni, ci scopriamo in grado di affrontarle. Indispensabile è stato comunque il supporto costante di figure di riferimento che hanno saputo aiutarci e stimolarci a dare sempre il meglio di noi. Per quanto mi riguarda, ho avuto l’opportunità di esercitarmi in ciò che più amo fare: scrivere; e non sarebbe stato possibile se non avessi ricevuto i consigli e la fiducia di Erica Bertinotti, responsabile dell’ufficio stampa. Inoltre, per me è stato decisivo l’incontro con la direttrice artistica Dacia Maraini e con alcuni autori ospiti del Festival (tra i quali ricordo Francesca Mannocchi, Saverio Tommasi, Francesco Malavolta, Beatrice Salvioni); la loro attenzione per noi ragazzi, la disponibilità all’ascolto e al dialogo mi hanno costantemente spronato nel mio lavoro durante il Festival.
E poi, l’entusiasmo. Travolgente e costante, anche nei (rari e mai insuperabili) momenti di difficoltà.
La passione per il progetto che costruivamo e portavamo avanti tutti insieme.
La capacità di coinvolgere e attrarre verso il teatro, la letteratura, la musica, la danza.
Lo spirito di cooperazione, in grado di unire tra loro persone diverse e che si è potuto percepire fin dalla Festa dello Staff, organizzata interamente dai noi ragazzi.
Una festa dunque, una vera e propria celebrazione della cultura, durante la quale mi sono sentita un po’ protagonista. Cercare il proprio spazio e ruolo nel mondo è quello a cui noi tutti aspiriamo ed Arona Città Teatro mi ha permesso di trovarne uno; temporaneo, certamente, ma è stato un piccolo assaggio di quello che potrebbe essere il mio futuro. E, contro ogni pronostico pessimista di chi cerca di distruggere il nostro domani, si è rivelato invece dolce e ricco di belle sorprese
Ci rivediamo a teatro.
Un abbraccio, Cate