Gaber, voglia di essere liberi

“Vorrei essere libero, libero come un uomo”.

Difficile raccontare Giorgio Gaber in poche righe, difficile condensare un essere umano e un artista eclettico e ridurlo in definizioni. Lui che voleva essere libero, che voleva essere tutto.  Implacabile.

Soprannominato Il Signor G dai suoi estimatori, è stato  chitarrista, tra i primi interpreti del rock and roll italiano alla fine degli anni Cinquanta nonché autore e attore teatrale, divenendo il creatore del teatro canzone.  E’ uno tra gli artisti con il maggior numero di riconoscimenti da parte del Club Tenco, con due Targhe e un Premio.

Lui, Giorgio Gaberscik nasce il 25 gennaio 1939 a Milano e muore nel pomeriggio del 1º gennaio 2003. La sua venuta al mondo è dolorosa e la sua vita contrassegnata per ben due volte dalla poliomielite, che lo colpisce a 9 anni al braccio e alla mano sinistra. Il padre gli regalerà una chitarra per esercitarli,  e lui, dopo tanto tempo, con la sua disincantata ironia, dirà “Tutta la mia carriera nasce da questa malattia”.

Gaber è così attuale, presente, contemporaneo che serve conoscerlo, ascoltarlo, riascoltarlo anche in teatro.

 

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